Thailandia in azione per soccorrere cittadini intrappolati in Myanmar

Nel contesto di un’escalation di violenza a Laukkai, nel Myanmar, al confine con la Cina, il Ministero degli Affari Esteri thailandese sta accelerando gli sforzi per il rimpatrio di quasi 300 cittadini tailandesi. Questa mossa segue l’esplosione di una bomba avvenuta il 10 novembre vicino alle loro residenze, come riportato dal quotidiano Naewna.

La situazione attuale vede 293 tailandesi residenti nella città di Laukkai, situata lungo le rive del fiume Salween, al confine cinese. Di questi, 164 sono già sotto la protezione delle autorità myanmariane. Inoltre, 18 lavoratori di un locale di intrattenimento KTV sono in attesa di raggrupparsi con altri 32 connazionali, con la previsione di un imminente rientro in Thailandia.

C’è, tuttavia, preoccupazione per un ulteriore gruppo di 53 tailandesi, a cui è stato vietato dai loro datori di lavoro di lasciare il paese, mentre altri 26, che avevano in precedenza chiesto aiuto all’ambasciata, ora risultano irraggiungibili.

Un portavoce del ministero ha dichiarato: “La violenza nella zona è intensificata, e il 10 novembre una bomba è esplosa vicino alla residenza dei cittadini tailandesi. Il Dipartimento degli Affari Consolari ha contattato e parlato con loro, offrendo sostegno morale che ha contribuito a migliorare il loro stato d’animo questa mattina.”

L’ambasciata thailandese a Yangon sta facendo pressioni per ottenere l’autorizzazione a entrare nell’area per verificare le condizioni dei connazionali e fornire documenti di viaggio, se necessario. Tuttavia, le autorità del Myanmar hanno negato tale permesso, sia alla Thailandia che ad altre rappresentanze diplomatiche, citando motivi di sicurezza.